Essere neri all'inizio di questo secolo negli Stati Uniti non era certo una condizione molto facile. Oltre a questo Celie se la deve vedere con un marito che la sfrutta e la picchia. Con molta pazienza e grazie alla sua serenità interiore però, riuscirà a dare una svolta positiva alla sua vita.
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Un po' spaccato, un po' una storia come altre volendo, "Il Colore Viola" di Spielberg è uno di quei film in cui alla fine non ci si vergogna di tirar fuori il fazzoletto, al contrario, si è riconciliati con tutto quanto avviene intorno a sé. In bilico tra momenti totalmente struggenti e altri un po' surreali, questi ultimi forse non convincenti appieno, è per questo che non ne esce fuori come un completo capolavoro ma checché si critichi, trattasi di uno di quei pochissimi casi, oggettivamente vergognoso, in cui in presenza di non poche candidature all'Oscar (undici per la precisione), nessuna categoria allora fu vinta. Bravi tutti gli attori, non solo Glover e la Goldberg, capaci di dar vita a un film in cui ad essere importanti sono valori come la lotta, la fede e la speranza: elementi questi atti a portare il più possibile alla commozione? Non credo, credo semplicemente, che si tratti di elementi di vita vera. Non un capolavoro, ripeto, ma un'opera che merita assolutamente d'essere vista e che altrettanto assolutamente, bisogna vedere. Con le musiche di Quincy Jones.